Mercoledì, 23 Settembre 2015 19:48

La Porta della Gabella

La Porta della Gabella è un'opera tra le più significative della zona e sicuramente per il comune di Posta che proprio a questo luogo deve probabilmente il suo nome.

La Porta della Gabella è infatti il luogo dove si pagavano le tasse, il dazio appunto, sulle merci trasportate e introdotte all'interno del paese per essere vendute al mercato che qui si svolgeva. Il paese di Posta era qui sorto dopo l'abbattimento del feudo di Machilone da parte degli aquilani ed era stato fortificato attorno al preesistente complesso del convento di San Francesco. La Porta della Gabella era l'ingresso più importante al paese e questo punto era un "appostamento", "l'apposta" dove ci si doveva per forza fermare. Da qui il nome di Posta.

L'opera, restaurata e riportata allo splendore nel 2019, risale al 1577 e fu certamente commissionata da un'importante famiglia del Regno di Napoli. 

Sulla lunetta è riapparso un affresco pregevole raffigurante i due santi patroni di Posta: Santa Rufina e San Felice, quest'ultimo riconoscibile dal dragoche lo accompagna. Al centro lo stemma dell'importante casato al quale non si è però potuti risalire con precisione.

Sull'arco antistante sono riportate le SOME del pedaggio da pagare per ogni singola merce trasportata. Se ne evince un importantissima testimonianza che narra della vita del commercio di quell'epoca e delle abitudini della società medioevale locale.

La Porta della Gabella e il Dazio rappresentano un'opera unica nel suo genere in quasi tutta Italia e un vanto di pregevole importanza per il paese di Posta.

 

Per scaricare la brochure contenente tutte le notizie della Porta della Gabella clicca QUI.

 

Dazio DEF chiaro compresso 1

 

 

Pubblicato in Attrazioni
Sabato, 25 Luglio 2015 15:26

Cenni storici

Posta_paese

Durante il medioevo l'Alta Valle del Velino era dominata dai potenti Signori di Machilone il cui feudo, facente parte del Regno di Napoli, si trovava in un punto importantissimo che dominava i passaggi obbligati verso Rieti e Roma, verso il mare, verso L'Aquila e il Ducato di Spoleto.
Centro di questo feudo era il Castello di Machilone che si ergeva nel monte antistante l'attuale abitato di Posta e di cui si hanno notizie sin dal 1150.
Il feudo di Machilone era talmente importante, ricco e indipendente da essere citato al pari di quello di Rieti e Amiterno (L'Aquila).
Nel 1294 il castello e il feudo, già indeboliti da un terribile terremoto che aveva devastato l'intera zona, vennero presi d'assedio dagli Aquilani perché la presenza di un così potente feudo in un luogo che dominava una vasta zona e che era una terra di passaggio, dava molto fastidio alla nuova città che voleva espandere la sua supremazia. Il castello e tutti i villaggi appartenenti al feudo vennero rasi al suolo. I sopravvissuti alle uccisioni e alla prigionia vivevano dispersi nel territorio. 
Con un accordo tra i superstiti signori di Machilone e gli Aquilani fu stabilito che il colle dove sorgeva il castello sarebbe dovuto rimanere disabitato per sempre e così è ancora oggi.

Il Re Carlo II concesse ai sopravvissuti la facoltà di erigere un nuovo centro abitato. La fondazione risale al 1298 e la zona scelta fu attorno al già esistente Convento di San Francesco, sul colle di fronte a quello del castello, nel luogo detto "l'Apposta", ovvero la dove "si faceva la posta" ai passanti al fine di riscuotere i pedaggi e i dazi per i signori di Machilone. Da qui, secondo una delle ipotesi, l’origine del nome del nuovo abitato.
L'abitato si estese fino alla zona a valle, sulla Via Salaria, dove già era stata edificata la chiesa di S.Felice. Il predominio del territorio passò pian piano al nuovo paese e nel 1331 gli fu concesso da Re Roberto l'attributo di Posta Reale che ne ricordava la mansione e l'appartenenza al demanio regio.

Nel XIV secolo Posta fu insanguinata dalle lotte tra guelfi, con la potente famiglia dei Camponeschi che dominerà per anni nella zona, e ghibellini, della città dell'Aquila e in fine parteggiò per il Papato contro il Regno di Napoli.

Agli inizi del XVI secolo fu coinvolta nella guerra tra Luigi XII di Francia e le armate spagnole di Carlo V.

Nel 1572 il feudo fu acquistato dall'arciduchessa Margherita d'Austria, figlia naturale di Carlo V, che in seconde nozze sposò Alessandro Farnese.

Il 2 febbraio 1703 un violentissimo sisma sconvolse la valle e l'Italia intera rase completamente al suolo il paese di Posta che però, dopo lunghi difficili periodi si risollevò e venne ricostruito.

Con l'avvento dei Borboni, Posta divenne feudo della corte napoletana ed in tale "status" restò fino all'abrogazione dell'istituto feudale.

Nel 1798 gli Apositani si ribellarono eroicamente all'occupazione francese e, con l'aiuto delle genti limitrofe, obbligarono gli invasori alla ritirata.

Il 2 agosto 1806, sotto il governo murattiano, Posta divenne libero comune e sede di Pretura.

Con la Restaurazione del 1817 Posta subì nuovamente il dominio borbonico sino al 1860, data del suo ingresso nel Regno d'Italia; appartenne alla provincia dell'Aquila, per passare poi, nel 1927, alla neoistituita provincia di Rieti.

 

Posta nell'Alta Valle del VelinoPosta Nell'Alta Valle del Velino

Scarica il libro della storia di Posta

scritto da Don Giulio Mosca.

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